Nulla si crea, tutto si trasforma – Bilancio globale – 1 – CO2 in Atmofera

Nulla si crea, tutto si trasforma – Bilancio globale – 1 – CO2 in Atmofera


Quando i fenomeni sono complessi c’è sempre il rischio di fare delle analisi parziali e giungere a tesi incomplete, talvolta scorrette. La preoccupazione nasce da alcune affermazioni lette od ascoltate nei mezzi informativi… alla fine è reale il pericolo di creare confusione, e la confusione genera insicurezza che blocca la reazione positiva alle negatività.

Così nella valutazione di un insieme è sempre necessario tenere in vista il Bilancio globale degli elementi che vi confluiscono, valutando bene come le singole parti interagiscano tra loro all’interno di un tutto ben più ampio.

Nel caso del Surriscaldamento terrestre si mette molto l’accento sulle crescenti concentrazioni di biossido di carbonio CO2 nell’atmosfera del pianeta. In una visione completa del fenomeno di surriscaldamento, non dovremmo trascurare l’aumento di altri gas che intensificano l’effetto serra: particolarnente vapore acqueo H2O e metano CH4 e ossidi di azoto NOx; poi si possono valutare anche fenomeni naturali che sfuggono al nostro controllo, dovuti principalmente alla geometria dell’orbita terrestre ed alle emissioni radianti del nostro Sole (pur che non abbiano effetti nei tempi brevi mostrati dai gas-serra).

Limitandoci alle sole concentrazioni atmosferiche di CO2, che si sono constatate essere la causa più rilevante del presente eccessivo riscaldamento terrestre, la logica afferma che il surplus di CO2 misurato oggi in atmosfera rispetto ad un passato non tanto lontano si spiega solo con nuove ed eccedenti produzioni di tale gas, scaricato dai processi produttivi e vitali sulla Terra in quantità che superano grandemente le possibilità di riassorbimento naturale delle piante e delle acque marine. Occorre dunque fare un bilancio globale per stabilire la provenienza dei gas ad effetto serra ed abbatterla.

Dovendo valutare le differenze tra un prima ed un dopo possiamo guardare storicamente al passato e dire che, almeno dai millenni di sviluppo dell’Homo Sapiens e della successiva nascita di società civili, si era raggiunto un equilibrio piuttosto stabile tra l’habitat e l’atmosfera terrestre, equilibrio rivelatosi favorevole allo sviluppo dell’Uomo in un clima adatto (mentre nella storia della Terra si erano verificate lontanissime ere nelle quali la temperatura e l’habitat erano molto diverse e ben più dure di quelle d’oggi). Si potrebbe qui consigliare un’ottima lettura del saggio Armi, Acciaio e Malattie – breve storia degli ultimi tredicimila anni, del biologo Jared Diamond che presenta una bella visione d’assieme della nostra storia sociale e di adattamento alla geografia terrestre.

La composizione dell’Atmosfera si era mantenuta ottimale per la vita umana, e nei cicli biologici vitali si producevano e consumavano e riassorbivano tutte le sostanze rilasciate in aria dal vivere la vita. Il biossido di carbonio CO2 era prodotto per esempio dalla respirazione, da fenomeni naturali della Terra, dall’utilizzo della combustione di legname, dalla degradazione di corpi morti vegetali ed animali… ma veniva riassorbito dalle piante nella loro fotosintesi della clorofilla, riassorbito anche in buona parte dalle acque di mari ed oceani.

Ad inceppare e modificare gli equilibri consolidatisi è poi giunta l’attività estrattiva di carbone e petrolio e gas minerali dal sottosuolo, i combustibili fossili. Lo si è fatto parallelamente all’invenzione della macchina a vapore e di tutte le macchine successive più moderne. Il grande sviluppo seguito, che ha prodotto anche importante crescita numerica della popolazione e dei relativi consumi energetici, ha cominciato così a rilasciare in aria enormi quantitativi di anidride carbonica CO2 tra i tanti prodotti della combustione fossile. Si tratta di una CO2 che da numerose ere storiche non faceva parte del ciclo del carbonio sulla Terra, potremmo dire “imprigionata” nei fossili latenti nel sottosuolo, accumulatisi e trasformatisi nel corso di milioni di anni e sottratti ad antichissimi cicli terrestri nei quali l’atmosfera aveva concentrazioni estremamente diverse e generava Climi anche difficilmente vivibili. Con l’utilizzo dei combustibili fossili abbiamo dunque cominciato a rilasciare nell’aria sostanze che non erano più presenti da milioni d’anni nei cicli vitali e negli scambi con l’Atmosfera.

Quel che sta facendo la differenza è l’impronta energetica delle persone, che moltiplica il proprio effetto con l’aumento esponenziale della popolazione umana sulla Terra, procurando esasperato e sempre crescente utilizzo di combustibili fossili e relative emissioni di gas ad effetto serra (traffico dei veicoli stradali ed aerei, riscaldamento abitativo, mezzi di condizionamento dell’aria nei locali, turismo delle grandi distanze, attività industriali produttive ed estrattive). A ciò si aggiunga la sempre più elevata impronta alimentare, con creazione di allevamenti intensivi e deforestazioni scriteriate per ricavare maggior terreno fertile agricolo… allevamenti intensivi nei quali 50 miliardi di bovini vengono cresciuti e macellati ogni anno!

Quelli descritti sono tutti elementi che alterano gli equilibri del ciclo dell’anidride carbonica CO2 nei processi biologici (e di altri gas a marcato effetto serra atmosferico): solo nel 1973 si valutava un fattore 5 per l’emissione globale di CO2, a fronte di un riassorbimento naturale di 2; oggi il fattore di emissione supera di parecchio il valore 10 con una capacità di riassorbimento nel frattempo un po’ diminuito a causa della minor superficie delle grandi foreste equatoriali e la minor capacità tampone degli oceani (causata dal loro riscaldamento e dall’aumentata acidità). Significa che mandiamo in atmosfera circa il triplo di CO2 rispetto a soli 45 anni fa.

Il bilancio globale è indispensabile per osservare il perché di un fenomeno, di ogni fenomeno; nel nostro caso per comprendere le azioni con le quali stiamo modificando in maniera importante la composizione atmosferica e la temperatura media del Pianeta. Per prendere provvedimenti utili a non creare condizioni di Habitat biologicamente invivibile (già molte specie animali si spostano in aree migliori o scompaiono, un domani potrebbe toccare anche all’Uomo tecnologico: ma in fondo sta già avvenendo con non pochi spostamenti per difficoltà climatiche). Ed anche per non incorrere in affermazioni tutto sommato fuorvianti come quella udita da una persona di cultura secondo la quale : “… cosa dovremmo fare? smettere di respirare?”

modificato 28 gennaio 2019 – G.D. –

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Giuseppe

Studi: Liceo Scientifico Legnano; Ingegneria Meccanica – Politecnico di Milano. Progettista e ideatore di meccanismi ed attrezzature oleo-pneumatiche, impianti automatici e robot meccanici industriali.

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