Canicola sempre più insistente

Canicola sempre più insistente


Dopo tre settimane di canicola particolarmente intensa, oggi si passa dal grado 4 di pericolo per la salute al grado 3 (nel limite massimo di 5) … forse per fine settimana si abbandoneranno le massime di 34° / 36° per avere dei benedetti 29°C, scendendo di notte finalmente sotto i 20 gradi.

Vado a posteriori nei ricordi. Personalmente posso notare una notevole differenza tra le ondate di calore estive di qualche decennio fa e quelle attuali: mi riferisco alle zone dove ho vissuto, nell’AltoMilanese ed anche nella Svizzera italiana.

La differenza si percepisce in maniera sensibile soprattutto per la gioventù in tempi nei quali non era diffuso il condizionamento dell’aria, solo un po’ si usava la ventilazione. Periodi di calura insopportabile ed afa non duravano che tre o quattro giorni consecutivi, prima di recuperare un minimo di gradevolezza. Oggi tali periodi si allungano per settimane e si sono verificate canicole di persistenza mensile e più.

Il primo caso anomalo lo osserverei a fine maggio 1996 (mia mamma ne soffrì gravemente in Ospedale, quelle condizioni non usuali giunsero inaspettatamente) … si verificarono una diecina di giorni di caldo torrido afoso, ben poco primaverile, al punto che le ciliegie ammuffivamo sulla pianta quando non prontamente e anticipatamente raccolte.

Poi la lunga caldissima estate del 2003: non eravamo ancora preparati ad eventi simili, così moltissimi anziani si indebolirono perdendo l’appetito, degradando prematuramente verso la fine della loro vita. Oggi fortunatamente siamo più preparati, c’è attenzione, c’è prevenzione, lo osserva in particolare l’articolo presentato dalla Radio-Televisione svizzera italiana sulle gravi conseguenze fisiche causate dal calore eccessivo:

https://www.rsi.ch/info/mondo/Calura-in-Europa-nel-2023-pi%C3%B9-di-47%E2%80%99000-morti–2226947.html

Credo che tutti possano aver percepito l’anomalìa delle ondate di calore presentatesi con maggior frequenza ed intensità nel corso delle più recenti estati, in particolare nel 2015 e 2017; poi la lunga siccità patita dalle nostre terre nel 2022, seguita dalla calura da record del 2023 in Europa: lo mostrano i dati delle ricerche meteorologiche, dell’Istituto Mondiale e dell’Osservatorio Copernicus (li abbiamo commentati in un articolo dello scorso mese di aprile).

Proprio in questi giorni si registrano osservazioni preoccupanti: la temperatura delle acque dei nostri grandi laghi è in qualche occasione superiore alla media abituale; le acque superficiali del Mar Mediterraneo raggiungono addirittura i 30°C nelle zone costiere di Algeria e Tunisia, con gravi conseguene per la vivibilità della fauna marina presente.

Dobbiamo preoccuparci? Eeee … non sarebbe male farlo, magari per darci tutti quanti una mossa nell’evitare sprechi di energia e di materiali, senza aspettare passivamente che assumano decisioni autoritarie i Governi nazionali e le Istituzioni internazionali (sarebbero obbligati a farlo d’autorità, con decisioni che alla fine, inevitabilmente, toccherebbero le tasche dei singoli Cittadini … i più economicamente deboli si troverebbero in difficoltà vedendosi imposte “dall’oggi al domani” modifiche di abitabilità).

 

Post Scriptum:

ascoltavo ieri in Radio RSI il Signor Luca Nisi, Meteorologo dell’Istituto di Locarno ai Monti … osservava come nel passato, fino ad una diecina d’anni fa, la quota degli zero gradi termici 0°C difficilmente giungeva sui 4400 metri nelle Alpi durante le giornate estive più soleggiate e calde. In questi ultimi anni si è avvicinata ai 5000 metri sul livello del mare, talvolta superandoli ed arrivando anche sui 5100 metri s.l.m. : fenomeno che non si era mai verificato in precedenza, da quando esistono le rilevazioni meteorologiche, dunque circa dalla seconda metà del MilleOttocento.

 

Post PostScriptum:

sul finire del secolo XX appena scorso  si era evidenziato, nelle grandi metropoli americane del Sud degli USA ma anche in grandi città italiane come Milano e Torino e Roma e Napoli (lo mostrò il Corriere della Sera in un articolo di Franco Foresta Martin), il fenomeno delle Isole di Calore. All’interno delle grandi città fortemente abitate in edifici piuttosto ravvicinati … si registravano temperature di tre o quattro gradi centigradi superiori a quelle delle periferie e campagne circostanti. Il calore del sole viene intrappolato tra gli edifici e sull’asfalto delle strade, senza possibilità di adeguata circolazione d’aria. Il fenomeno si verifica ancor più oggi anche in città di medie o piccole dimensioni, particolarmente in quartieri densamente costruiti e senza verde arboreo. Alla tipologia costruttiva si aggiungano poi il calore emesso dai motori termici dei veicoli; ed anche quello che gli impianti di condizionamento degli edifici “pompano” all’esterno (magari non tutti si rendono conto che raffreddare l’interno significa togliergli calore e inviarlo nell’aria esterna, un po’ come fanno il frigorifero ed il congelatore).

Risulta piuttosto sconfortante osservare come l’architettura ultima non abbia tenuto molto in conto i fenomeni termici che già si mostravano problematici almeno un quarto di secolo fa. Si osservano un po’ ovunque Piazze rinnovate con grande utilizzo di piastrellatura marmorea del suolo, facciate di edifici piatte che riflettono il calore nell’aria circostante, “sputacchiate di verde arboreo” che fatica a rompere la continuità del calcestruzzo e della piastrellatura. Nella mia Città la grande area molto “mossa ” ed anche molto verde di una ex Manifattura Cotoniera è oggi quasi totalmente cementata e piastrellata e lastricata, i grandi faggi centenari abbattuti, i grandi cedri del libano abbattuti … vi pare progresso? qualche dubbio sorge. Imparare dalla abilità architettonica della grande piazza di Prato alla Valle di Padova, no?

Giuseppe

Studi: Liceo Scientifico Legnano; Ingegneria Meccanica – Politecnico di Milano. Progettista e ideatore di meccanismi ed attrezzature oleo-pneumatiche, impianti automatici e robot meccanici industriali.

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