Aver cura di Ambiente e Clima

Aver cura di Ambiente e Clima


TUTTI NOI POSSIAMO DARE SINGOLI UTILI CONTRIBUTI :  “memorandum“.

Il prossimo appuntamento della Politica internazionale -per cercare di tutelare le condizioni del pianeta Terra, al COP 26 di Glasgow- si preannuncia carico di difficoltà: si sa cosa sia necessario fare ma non si riesce a programmare per tutta una serie di nodi che consolidano l’attuale status quo, rendendolo poco malleabile. Già in queste ultime settimane prima del suo inizio, si immagina che il Congresso non sarà risolutivo, tanto evidenti sono le prese di posizione troppo timide (o nascostamente reazionarie?) dichiarate da molti dei Governi che condurranno le trattative progettuali.

Come argomentato nella pagina precedente, prende sempre più senso il dovere di tutti noi cittadini del Mondo nel fare qualcosa, ognuno individualmente. Molte persone -ancora troppo poche- cercano di tenere uno stile di vita adeguato al limitare la propria personale interazione con l’Ambiente vitale ed il Clima, in altre parole la propria impronta sulla Terra.

Vorremmo qui focalizzare i possibili comportamenti individuali già evidenziati passo dopo passo da anni, una sorta di memorandum del cosa fare concretamente.

In sintesi estrema conosciamo bene la necessità di abbandonare o modificare il più possibile sia i processi che fanno capo ad energie di origine fossile sia quelli che diversamente contribuiscono all’aumento dei gas ad effetto serra. Si tratta evidentemente di categorie di vasta portata tuttavia possiamo tutti provvedere, perché le nostre vite individuali -globalmente sommate- conducono al risultato finale.

I due link color blu qui sopra rinviano a nostri lavori degli scorsi anni. Pensiamo siano una base abbastanza solida per individuare le vie percorribili e magari per appassionarsi alla cultura del fare, per contribuire a non danneggiare ulteriormente le condizioni planetarie. Ogni piccola azione di ognuno è utile; poi è un buon esempio per altre persone ed anche dichiarazione della nostra volontà positiva, dichiarazione di quali siano le nostre vere necessità: in fondo abbiamo bisogno di molto molto meno di quel che ci viene proposto come indispensabile, proviamo a non accettarlo in maniera compulsiva e passiva, senza giudizio critico.

La singola persona interagisce in tanti modi con la bio-sfera e con l’atmo-sfera: possiamo evidenziare i consumi energetici domestici, i mezzi di trasporto che utilizza, gli abiti che indossa, i prodotti alimentari che consuma, i modi abitativi, eventuali lunghi viaggi … dunque illuminazione e riscaldamento (e raffrescamento estivo) degli ambienti abitativi, frigoriferi e macchine per il lavaggio, consumo d’acqua potabile, scelte carnivore o vegetariane o vegane, vegetali di stagione o di serra od esotici, apparecchi di collegamento con la Rete per il Web o coi Social Media, tessuti naturali o sintetici, automobile o mezzi pubblici, treno od aereo, giardino naturale o costruito, frequenza nella sostituzione degli oggetti utilizzati, eventuale spreco di materiali, … Sono scelte che possiamo fare tutti individualmente, dunque possiamo decidere per comportamenti ed oggetti ed attrezzature che abbiano un minore o minimo impatto sull’Ambiente nel quale viviamo. Sono scelte che, ma bisogna essere in tanti a farle, possono indirizzare anche quelle delle Aziende di produzione e distribuzione, infine anche quelle dei Governi.

Dobbiamo averne la volontà. Diamoci tutti una mossa, ciascuno secondo le proprie possibilità, senza attendere eventuali diktat delle politiche nazionali e mondiali -come purtroppo stiamo facendo- che potrebbero essere poco piacevoli od anche poco sostenibili dalle persone. A quel punto, impreparati, come reagiremmo?

Uno slogan piuttosto efficace proclamava che la miglior energia compatibile con l’Ambiente vitale è l’energia che non si consuma: qualche suggestione sul risparmiare energia -evitando di sprecarla- è un primo passo importante. Poi occorre ampliare la visione che sta uscendo dai grandi Vertici internazionali, perché la de-carbonizzazione dei processi che utilizzano energia è sì essenziale ma solo parte del problema: bisogna focalizzare pure lo spreco dei terreni vergini od agricoli, i modi alimentari e della distribuzione, gli allevamenti intensivi, la deforestazione in atto per produrre mangimi e bio-carburanti, … fenomeni che contribuiscono ad aumentare l’emissione -o ridurne l’assorbimento naturale- dei gas ad effetto serra: anche in questi casi alcune nostre piccole scelte individuali possono fare molto. Vogliamo provarci?

 

Si potrebbe evidenziare che la Transizione energetica non sia semplicemente un dovere per la salvaguardia ecologica! in realtà è una necessità inevitabile: i giacimenti petroliferi e gassosi non sono infiniti, vanno ad esaurirsi, e non possiamo aspettare l’ultima goccia di petrolio o l’ultima mole di gas naturale per realizzare le infrastrutture necessarie all’utilizzo di altre energie. Pare negativo che si tenti di riesumare la fissione nucleare: una nuova centrale a fissione di Uranio o Plutonio ha tempi e costi che possono più convenientemente fluire verso le energie rinnovabili ed i sistemi di accumulo indispensabili (se ne stanno studiando di molti tipi, nelle viscere della terra ed in caverne naturali, comprimendo aria od altri gas, utilizzando energia potenziale accumulata sollevando grosse masse, ricavando Idrogeno, …); le centrali a fissione hanno poi i noti e gravi problemi della pericolosità e delle scorie radioattive, senza contare che pure Uranio e Plutonio vanno ad esaurirsi, i giacimenti sulla Terra non sono infiniti. Rimangono le energie di sole e vento e di corsi d’acqua e di accumulo in montagna; anche certe sorgenti calde del sottosuolo; magari un domani non vicinissimo la fusione nucleare che si prova ad “imbrigliare”. Spesso viene citato l’Idrogeno come soluzione, ma non è corretto: perché l’Idrogeno non è una fonte energetica, non lo raccogliamo sui monti o chissà dove, lo dobbiamo ricavare da molecole più complesse rompendo i legami chimici, e per far questo ci occorre energia primaria fornitaci dalle fonti disponibili. L’Idrogeno potrà essere utilizzato ma come “trasportatore” di energia altra, esattamente come la Corrente Elettrica “trasporta” l’energia con la quale viene prodotta.
Ecco. Vedremo come andrà, se avremo anni disponibili. Sennò lo vedranno le generazioni future. Sarebbe bello esserci per vedere. O forse no.
Peccato constatare che abbiamo sprecato tutto il tempo che avevamo per una transizione morbida che poteva iniziare (era già a studi avanzati) nel 1973 dopo la Crisi energetica che aveva stimato l’esaurirsi del petrolio in 30 anni. Ma le trivellazioni successive e marine avevano prolungato il limite di esaurimento all’anno 2100 (stima MIT Boston nel 2000), per il Carbone all’anno 2800, incertezza per il gas naturale.
Per il solo fatto dell’esaurirsi delle fonti fossili e della fissione nucleare, la transizione ad altre energie è obbligata!
Giuseppe

Studi: Liceo Scientifico Legnano; Ingegneria Meccanica – Politecnico di Milano. Progettista e ideatore di meccanismi ed attrezzature oleo-pneumatiche, impianti automatici e robot meccanici industriali.

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